L’assurda opposizione alla pista ciclabile


Tornare alla vita di paese del 1800. Questo vuole dire avere qualche centinaio di metri in più di pista ciclabile in città. Accade a Pescara, secondo il comitato di commercianti e residenti che si oppone, appunto, a quel nuovo tratto, pensato per collegare le ciclabili già esistenti nell’ottica di un anello cittadino sempre più ampio e verso il ragionevole. A farla breve, si tratta di una ciclabile che dall’ex tracciato ferroviario che attraversa la città (oggi ciclopedonale e chiamato Strada parco), porta verso una pista già esistente in centro, direzione sud e, a nord, con una nuova ciclopedonale, conduce verso un altro tratto già presente che va verso il lungomare. Già tutto ciclabile. Bene, quindi.

E però c’è il “Comitato cittadino per Leopoldo Muzii” (dal nome della via) che si oppone. E lo fa da tempo e ora ha anche pubblicato un manifesto contro, lanciando un appello su Facebook (dal profilo di un consigliere comunale di Forza Italia). Sette punti per dire no alla ciclabile, che hanno del grottesco. Vale la pena elencarli (così come sono scritti nel documento). Un punto di non ritorno del no alle ciclabili.

“Si rendono noti alla cittadinanza gli effetti relativi della delibera relativa alla pista ciclabile in via Leopoldo Muzii” è il titolo del brillante manifesto.

I punti in elenco sono i seguenti:

1) Instaurazione del coprifuoco per residenti e negozianti dalle ore 6 alle 18: divieto di accesso a mezzo autoveicoli;

2) Abolizione per residenti e negozianti del diritto di libera circolazione ed abrogazione nei loro confronti dell’Art. 16 della Costituzione: divieto di circolare liberamente nel territorio della Repubblica non motivato da ragioni di sanità o sicurezza;

3) Deprivazione per residenti e negozianti di viale Leopoldo Muziidel tenore di vita goduto dagli altri cittadini;

4) Divieto per i residenti di avere o coltivare rapporti familiari, amicali e sociali in genere oltre i 200 metri dalla propria abitazione per impossibilità di utilizzo autovettura;

5) Obbligo per residenti e negozianti di retrocedere alla vita di paese del 1800;

6) Immediato crollo del valore di abitazioni e negozi in viale Leopoldo Muzii;

7) Ghettizzazione di residenti e negozianti di viale Leopoldo Muzii ai quali l’attuale amministrazione comunale ha ufficialmente dichiarato guerra.

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